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22.01.2007 - L'Unione Europea vuole vietare i videogiochi violenti | ||
Durante un meeting con il ministro della giustizia tedesco a Dresda, il vicepresidente della Commissione Europea per la Giustizia Franco Frattini si è espresso a favore di più controlli e punizioni per la vendita di videogiochi violenti ai minori e pressing sui produttori e gli inventori perché non ne realizzino più. Al momento «nulla accade se viene venduto un videogioco violento ad un minore», ha osservato Frattini qualche minuto prima l’inizio del dibattito in aula. Frattini ha ricordato che è già attivo un sistema di autoregolamentazione, chiamato Pegi, che a livello europeo impone l’etichetattura dei giochi in modo da indicarne l’età minima di fruizione. Frattini continua «Ma se Pegi mette 16 anni come età minima, chi controlla che il ragazzo ha 16 anni? Mancano i controlli nei negozi perchè il venditore non è tenuto a chiedere la carta di identità». Anche perché «il ragazzino di 14 annni la carta non ce l’ha», ha spiegato Frattini aggiungendo: «Nessuno viene punito» e augurandosi che «il maggior numero possibile di Stati adottino sanzioni penali» al riguardo. In conclusione «L’idea di oggi è intanto di attirare l’attenzione dei ministri sull’importanza della prevenzione e del controllo. L’obiettivo è di armonizzare i controlli sulla vendita ai minori e di coinvolgere coloro che li producono e li inventano affinché non si producano più videogiochi violenti» Collegamenti |
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