Le unità di memorizzazione di massa rappresentano un elemento cardine dei sistemi informativi, dal momento che esse permettono di salvare e trasferire l'informazione da un host all'altro senza la necessità di un collegamento di rete. Naturalmente, con l'evolversi delle configurazioni hardware e del computing in generale, le device di
mass storage sono state interessate in pieno dal processo di crescita dell'intero
settore, facendo registrare repentini cambiamenti sia dal punto di vista della tecnologia utilizzata per la loro implementazione che da quello delle prestazioni, misurate in termini di transfer rate dei
dati.
Per anni i supporti di tipo "FLOPPY" hanno rappresentato il principale, se non l'unico, mezzo di trasmissione dei dati; successivamente, al crescere della potenza di calcolo dei sistemi, della mole di dati da essi gestibili e, in ultima analisi, delle dimensioni dei dati da trasferire i "floppy disk" hanno lasciato strada ai supporti ottici, e, più in dettaglio, a quelli di tipo "CD-ROM" in prima instanza e
a quelli di tipo Blu-ray, o HD-DVD in tali casi, poi, passando per quelli di tipo DVD-ROM. A differenza dei floppy disk i supporti ottici, tuttavia, rendono disponibili metodologie di scrittura più complesse, eseguite da dispositivi
hardware dal costo anche oggi non trascurabile, come i masterizzatori, e richiedono in taluni casi il riscorso a software aggiuntivi non inclusi nel Sistema Operativo.
Infine, in generale, essi, ad eccezione dei dischi ottici di tipo
"ReWritable", possono essere oggetto di una sola operazione di
scrittura.
Le limitazioni di cui sopra non
appartengono certamente alla tipologia di mass storage esemplificata dai flash drive USB, tipicamente indicati con la terminologia di "pen drive".
I primi esemplari di flash drive USB avevano una capacità di memorizzazione molto
ridotta (tipicamente 32MB, 64MB o 128MB), pur garantendo la stessa praticità di utilizzo dei vecchi floppy disk,
anche se a velocità di trasferimento decisamente superiori (pari a circa 12Mbit/s con
lo standard USB 1.1). L'introduzione di driver generici all'interno dei Sistemi
Operativi, che consentivano l'impiego di tali unità senza la necessità di installare alcun driver
specifico, e l'incremento del transfer rate offerto dallo standard USB 2.0 (fino a 480Mbit/s)
hanno sancito il definitivo successo commerciale, oltre che quello tecnologico,
dei pen drive. I quali oggi, risultando essere sempre più economici e capienti
(si va dai 4GB dei modelli più compatti e a basso costo ai 256GB dei prodotti
più estremi e, naturalmente, più costosi, ndr), rappresentano sicuramente l'unità di memorizzazione esterna
più diffusa.
La parte iniziale del 2010 ha sancito l'arrivo sul mercato dei primi prodotti dotati di
una interfaccia compatibile con USB 3.0, il più recente degli standard USB, che garantisce velocità teoriche
10 volte superiori (fino a 4.8Gbit/s) a quelle ottenibili con la precedente versione USB
2.0 (fino a 480Mbit/s), e quindi decisamente più idonee a soddisfare le
esigenze attuali. Oggi, infatti, i pen drive sono impiegati dagli utenti finali
come veri e propri hard disk esterni, ai quali sono richiesti caricamenti e trasferimenti
massivi di dati, la cui dimensione si esprime sempre più spesso in gigabyte, per il cui completamento in tempi ragionevoli
sono necessarie le performance tipiche dello standard USB 3.0.
Tra i numerosi produttori di soluzioni
per la memorizzazione flash-based su USB, Kingston, brand molto noto nel campo delle memorie
RAM e dei drive a stato solido, o SSD, si contraddistingue da sempre per
l'introduzione di prodotti caratterizzati da aspetti innovativi. Già nel 2008,
ad esempio, Kingston ha lanciato sul mercato il primo (e ancora oggi unico, ndr)
flash drive USB da 256GB, compatibile pienamente con lo standard USB 2.0.
Oggetto di questa recensione è il flash drive USB DataTraveler HyperX 3.0 (il sample analizzato in queste pagine è dotato di una capacità pari a 64GB, tuttavia sono presenti a catalogo anche due
varianti da 128GB e 256GB rispettivamente), con il quale Kingston ha ampliato la
linea HyperX aggiungendo soluzioni compatibili con USB 3.0. Il marchio HyperX,
che include anche memorie RAM e SSD, costituisce l'offerta dei prodotti Kingston
progettati appositamente per gli utenti high-end (tipicamente gamer e appassionati),
per i quali le prestazioni rappresentano l'aspetto di gran lunga più rilevante
di qualsiasi componente hardware.
Questo articolo propone una analisi del DataTraveler HyperX 3.0 64GB in tutti i molteplici
aspetti che lo caratterizzano, al fine di capire se e in che modo siamo di
fronte a un prodotto in linea con gli standard qualitativi e prestazionali che
accomunano le soluzioni HyperX. Consapevoli della precisa scelta progettuale
eseguita da Kingston che, a differenza di altri maker, non ha
"adattato" al nuovo standard un veloce prodotto USB 2.0, ma ha progettato
"ex novo" il DataTraveler HyperX 3.0, a partire da una nuova architettura NAND Flash a 8
canali. Che, almeno in valore nominale dichiarato dal costruttore, assicura una
velocità massima pari a 225MB/s in lettura e a 135MB/s in scrittura. E' evidente che simili indici prestazionali rendono il flash drive USB DataTraveler HyperX paragonabile, potenzialmente, a un vero e proprio SSD Drive portatile.
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