E' stata pubblicata on line una utility non ufficiale che consente di verificare se la propria GPU Radeon GCN (appartenente alle linee commerciali tipicamente indicate con i nomi in codice di Fiji, Hawaii e Tonga) presenti delle unità CU (Compute Unit) disattivate, in accordo a una metodologia classica che AMD impiega per realizzare i chip destinati alle video card "non X" a partire dalle corrispondenti versioni full. Si pensi, ad esempio, alla recente Radeon R9 Fury non-X, ma anche alle Radeon R9 390 e R9 285.
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A partire dalla informazione relativa alla effettiva configurazione delle CU fornita dall'utility è poi possibile, mediante una modifica della scheda video a livello software, attivare o tentare di attivare tutte le unità CU esistenti e, di conseguenza, gli stream processor, o core, in esse inclusi, ottenendo evidentemente un incremento delle prestazioni dovuto all'aumento della potenza di calcolo imputabile alle CU attivate.
Come sempre nei casi come questo è opportuno sottolineare che una simile mod, che è ovviamente non ufficiale e non supportata nè da AMD nè dal produttore della scheda video in uso, può in generale mettere a rischio l'integrità del proprio hardware.
Inoltre, l'attivazione delle CU può non andare a buon fine in due distinti scenari, ovvero quando le CPU sono state disattivate in fase di fabbricazione del chip, oppure quando esse sono in realtà danneggiate, per cui il chip è stato declassato pontendo contare su un numero di CU allineato a quello richiesto dalla versione Pro.
Il caso fortunato, infine, coincide con quello in cui le CU sono state disattivate a livello software mediante firmware. Per il download degli applicativi in ambito e per l'accesso alle info di dettaglio vi rimandiamo alla fonte della notizia, coincidente con un thread pubblicato su OCN Forums dal member tx12.
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