Con una nuova tecnologia, denominata Asynchronous Spacewarp e implementata nelle API Oculus, il noto produttore di headset dedicati alla virtual reality ha conseguito l'obiettivo di ridurre i requisiti hardware minimi richiesti per l'utilizzo degli headset VR Rift.
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Per fissare le idee, il ricorso alla funzionalità software Asynchronous Spacewarp amplia notevolmente il range di sistemi hardware che possono lavorare come sorgente per il controller Rift in quanto la configurazione minima richiesta scende dalla coppia di CPU e GPU composta da un processore Intel Core i5-4590 e una NVIDIA GeForce GTX 970 a una più economica configurazione basata su una CPU Intel Core i3-6100 (o AMD FX 4350) e una GPU NVIDIA GeForce GTX 960.
Alla base della tecnologia Asynchronous Spacewarp vi è un algoritmo che riesce a garantire la visualizzazione dei game VR con l'headset Rift a 90fps di Oculus a partire da una sorgente hardware che invia uno stream video caratterizzato da un frame rate "reale" più basso, e pari più in dettaglio a 45fps. Il software di Oculis, infatti, è in grado di generare un frame "sintetico", a partire da due frame reali ricevuti dalla sorgente, in funzione dei parametri fisici principali associati al movimento della testa.
Se Asynchronous Spacewarp, da un lato, amplia di conseguenza il ventaglio dei PC in grado di fornire una VR experience, poichè la soglia dei 90fps può essere raggiunta anche con PC che elaborano in realtà un frame rate pari a 45fps, dall'altro è evidente che il rendering "nativo" a 90fps, ottenibile con i sistemi high-end, garantisce inevitabilmente una qualità di gioco di livello superiore.
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