Dagli U.S. giunge la notizia del primo processo giuridico a seguito del quale Microsoft è stata condannata a risarcire un utente a causa dell'installazione automatica, e quindi non expressamente richiesta e avviata dal consumatore, del nuovo Sistema Operativo Windows 10.
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Sebbene l'aggiornamento a Windows 10 sia completamente gratuito per l'utente, la californiana Teri Goldstein è riuscita nell'intento di ottenere da Microsoft un risarcimento pari a 10.000 dollari, oltre alla copertura completa delle spese legali, a causa del fatto che l'upgrade automatico ha diminuito bruscamente le performance del suo PC, originariamente configurato con Windows 7, e influito negativamente anche sulle attività di business effettuate tramite lo stesso calcolatore.
La politica di Microsoft, finalizzata alla diffusione più ampia possibile di Windows 10, è diventata progressivamente sempre più aggressiva mediante la funzionalità di upgrade gratuito a Windows 10. Al momento l'installazione di Windows 10 viene gestita come un aggiornamento consigliato per cui essa viene effettuata automaticamente qualora gli utenti di Windows 7 e Windows 8/8.1 abbiano optato per l'installazione automatica degli aggiornamenti consigliati.
A questo punto bisognerà verificare come questo precedente possa influire su eventuali, e potenzialmente molto numerose, possibili future controversie analoghe.
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